Sulle protesi d’anca DePuy abbiamo parlato a lungo raccontando le procedure legate al recupero delle articolazioni e ai problemi che avevano coinvolto Johnson & Johnson nella commercializzazione di materiali tossici.

Studio Nova Infortunistica ha risolto con successo numerosi casi di risarcimento danni per pazienti che avevano utilizzato protesi tossiche Depuy con gravi conseguenze per la loro salute

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Mentre le protesi d’anca Depuy cominciano a rivelarsi tossiche ben sette anni fa, è invece alla ribalta della cronaca il caso che coinvolge più di venti medici del Policlinico di Monza (alcuni arrestati altri ai domiciliari) che intrattenevano rapporti con l’azienda Ceraver, produttrice di protesi, mediante un accordo secondo il quale un chirurgo si impegnava ad impiantare 4 protesi a settimana per 20 mila euro all’anno. Le protesi, di qualità scadente, venivano impiantate possibilmente su pazienti anziani, confermando quindi la consapevolezza sulla qualità inferiore degli strumenti utilizzati.

Lo scenario configura qualcosa che va oltre i semplici casi di malasanità, intesi come negligenza, per come li abbiamo lungamente affrontati attraverso le news e gli articoli di approfondimento del nostro sito.

In ordine

  • si configura il reato di associazione per delinquere
  • si configura il reato di corruzione
  • si può parlare di falso in atto pubblico
  • Il sistema di corruzione messo in piedi dal 2014 al 2017 connette una società produttrice di protesi a chirurghi specializzati in ortopedia che operano in strutture private accreditate dal Servizio Sanitario Nazionale
  • la rete di corruzione coinvolgeva anche alcuni medici di base coinvolti nel reclutamento di pazienti, in cambio di una percentuale

Nell’estraneità ai fatti che il Policlinico di Monza ha precisato attraverso una nota, si ripropone una questione legata alle normative tra responsabilità oggettive aziendali e soggettive dei singoli professionisti che operano per quella stessa azienda, in linea con la nuova legge sulla responsabilità medica