Erano i primi anni settanta quando tre bambini veronesi furono vaccinati con l’antipolio. Due di loro, affetti da immunodeficenza congenita, morirono, il terzo rimase invalido. I genitori hanno seguito un lungo percorso giudiziario sfociato nel 2004 quando hanno interpellato il Ministero della Salute, chiedendo risarcimento per quello che avevano passato e sostenendo che quelle morti erano dovute alla somministrazione del vaccino, in quanto i bimbi avevano “alterazioni congenite del sistema immunitario”.
Dopo esser stata respinta dal tribunale e poi in corte d’appello, la richiesta di risarcimento arriva anche in cassazione. La cassazione, oltre a confermare il giudizio della Corte secondo il quale non c’era nesso causale tra il vaccino e l’immunodeficenza dei bambini, ha aggiunto che questa stessa immunodeficenza non era corroborata da riscontri clinici obiettivi. Oltre a questo il fatto che la vaccinazione del primo bambino sia avvenuta a metà degli anni sessanta e quella del secondo fine settanta, periodi precedenti rispetto agli allarmi della comunità scientifica sul vaccino “Sabin” antipolio.

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