Da oggi Studio Nova infortunistica, specialisti del risarcimento danno dal 1999, propone una rassegna stampa dei casi più eclatanti di malasanità.
Sono numerosi i casi denunciati durante gennaio 2017. Dalle forbici dimenticate nell’addome per ben 18 anni, fino ai malati curati per terra nell’ospedale di Nola, non finiremo mai di stupirci.
Malasanità: Forbici dimenticate nell’addome per ben 18 anni
Per fortuna (si fa per dire) non è una notizia che riguarda l’Italia, ma è comunque uno dei casi più frequenti in termini di cattiva sanità. È successo al vietnamita Ma Van Nhat, che dopo aver accusato forti dolori ad un fianco, viene operato per la rimozione di un paio di forbici rimaste dentro il suo addome per ben 18 anni, dopo un intervento.
Presso l’ospedale di Nola eseguono i primi soccorsi ad alcuni malati, per terra
A Nola (Napoli), il direttore dell’ospedale Andrea De Stefano oltre ai responsabili del pronto soccorso (Andrea Manzi) della medicina d’urgenza (Felice Avella) vengono sospesi dal servizio in seguito ad alcune indagini interne. Due malati infatti vengono sistemati per terra e sul pavimento durante i primi soccorsi.
Forti dolori addominali, dimessa per poi essere operata nuovamente con un cesareo. Il figlio era già morto
Presso l’ospedale di Vizzolo Predabissi una donna incinta si presenta con forti dolori addominali. Viene dimessa dopo un controllo, torna poche ore dopo per un cesareo d’urgenza, ma il bimbo è già morto.
Inchiesta Mala Sanitas, rinviati a giudizio 13 medici di Reggio Calabria dell’ospedale Bianchi Melacrino Morelli
Lo ha deciso il Gup di Reggio Calabria. Quattro medici accusati di falso ideologico e materiale, oltre alla soppressione e distruzione di atti e l’interruzione di gravidanza senza consenso. Altri sette (ginecologi, anestesisti, ostetriche) interdetti. Si è teso all’occultamento di prove per nascondere la responsabilità di chi aveva preso parte ai singoli interventi. Emergono negligenze gravissime e sopratutto, freddezza e disprezzo per la vita, allo scopo di “salvare il culo” (sono parole degli indagati emerse durante le intercettazioni) ai medici coinvolti.
Intervento sbagliato, cinquantenne muore per emmorragia. Condannato il cardiologo
Viene condannato il cardiologo Gaetano Contegiacomo, per la morte di una paziente morta il settembre 2013 per una emmorragia dopo un intervento in una clinica di Bari. Non era stato valutato il tipo di intervento da svolgere provocando la rottura di un’arteria con emmorragia conseguente; la paziente moriva dopo quattro giorni