Si è parlato recentemente della “strana” combinazione Comune e agenzie assicurative, per quanto riguarda il riconoscimento di un danno causato da insidia stradale. Questa volta vi raccontiamo la storia di Franco (in questo come in altri casi, un nome di fantasia) e del danno da lui subito nella città di Prato a causa di un dissesto stradale . Come si è comportato in questo caso il Comune di Prato attraverso l’agenzia assicurativa che lo rappresenta? Vediamolo insieme

Quando l’insidia stradale si trova direttamente sotto lo scalino di un marciapiede

Franco scende dal marciapiede durante una giornata qualsiasi, è tranquillo e si sente al sicuro, ma è completamente ignaro di quali siano le condizioni dell’asfalto direttamente sotto il marciapiede. Non appena il nostro pedone appoggia il piede, sprofonda in un avvallamento di circa 15 centimetri, come a dire che il classico scalino del marciapiede, buca inclusa, aumenta in questo caso fino a circa 40 centimetri, facendolo cadere rovinosamente.
Per la caduta, Franco si procura una distorsione con frattura spiroidea dell’apice del quinto metatarso di sinistra e gli vengono diagnosticati trenta giorni di prognosi con tutti i postumi del caso che lo portano a completa guarigione il 27 settembre 2013, ovvero circa sette mesi dopo la data dell’incidente che era avvenuto durante il mese di febbraio.

In assenza di vigili, occorre verificare lo stato dei luoghi con il supporto di adeguate prove documentali

Dal momento in cui Franco ci contatta, ci adoperiamo con il nostro staff per valutare un sopralluogo allo scopo di verificare lo stato dei luoghi, producendo un’adeguata documentazione fotografica; oltre a questo, considerato che l’incidente era avvenuto senza intervento dei vigili, raccogliamo gli elementi necessari intervistando i tre testimoni che lo avevano soccorso e accompagnato all’ospedale.
Dopo la nostra richiesta danni inoltrata al Comune di Prato, questo apre il sinistro servendosi della compagnia di assicurazione, che a sua volta incarica un accertatore per condurre una serie di verifiche simili a quelle già attivate da noi, ovvero raccolta testimoni e sopralluogo.

Le compagnie di gestione sinistri del Comune spesso dichiarano come inesistenti le cause di un sinistro: invisibilità, imprevedibilità, non evitabilità

Al termine delle verifiche, la compagnia di gestione sinistri del Comune di Prato ci inoltra una lettera dove emerge, secondo ovviamente la loro valutazione, che lo stato dei luoghi era ampiamente conosciuto da Franco, fatto confermato dai testimoni ascoltati. A rafforzare questa tesi, sempre secondo l’agenzia assicurativa del Comune di Prato, il fatto che il sinistro era avvenuto in ore diurne, ovvero rendendo inesistenti le presunte cause di un qualsiasi sinistro dovuto ad insidia stradale, identificabili attraverso le seguenti caratteristiche: invisibilità, imprevedibilità e conseguente non evitabilità del sinistro. Alla luce di questa valutazione, la compagnia di gestione sinistri del Comune di Prato ci comunica che non si può dar seguito alla richiesta risarcitoria avanzata, perché considerati i fatti, non sussiteva alcuna responsabilità del Comune stesso.

È necessario non farsi scoraggiare dal rifiuto categorico di riconoscimento del danno, proseguendo con l’istruttoria

Ovviamente non ci facciamo scoraggiare da quella che è una prassi molto frequente, e proseguiamo con l’istruttoria, aspettando la guarigione del soggetto, quantificando tutti i danni con il medico legale e quindi inoltrando la richiesta di liquidazione con un conteggio di una certa importanza. La risposta successiva del Comune di Prato, sempre tramite agenzia, si rivelerà dello stesso tenore della prima, dimostrando una resistenza molto forte a voler trattare. Decidiamo quindi di agire in sede giudiziale inoltrando per l’ultima volta una proposta transattiva alla compagnia di gestione sinistri del Comune di Prato, tramite il nostro legale di studio. La compagnia del Comune a questo punto ci chiama per proporre una cifra ancora molto bassa, ma proponendo di fatto per la prima volta una transazione che ci consente di fare una serie di rilanci, per arrivare ad un importo concordato di 8500 euro oltre gli onorari per l’intervento dei patrocinatori.

L’interesse del danneggiato è la prima cosa, contro l’arroganza delle assicurazioni

Quello che vi abbiamo raccontato è quindi un esempio molto chiaro di come un rifiuto assoluto e categorico di riconoscimento della responsabilità si possa trasformare in una transazione risarcitoria di 8500 euro; ovvero la prova che è importante insistere, contro la prassi e spesso l’arroganza delle compagnie assicurative, nell’interesse assoluto del danneggiato. Rimangono ancora da analizzare, in un caso come questo, le modalità di quantificazione del danno, ma questo sarà argomento di un prossimo post.