Quattordici anni di lavoro in ambienti pregni di fumo da sigaretta. Un impiegato delle Poste Italiane che adesso ha novanta anni, per questa esposizione ai danni del fumo passivo dal 1980 al 1994, ha contratto un tumore alla faringe. La rivincita è arrivata adesso, perché la cassazione ha confermato la condanna a carico di Poste Italiane, per un risarcimento che ammonta a 174.000 euro. Lo raccontano numerosi quotidiani, tra cui Il Giornale.
In termini tecnici, nonostante le puntualizzazioni di Post che ha respinto la sentenza, la richiesta di risarcimento è stata accolta ed avvallata anche in tutti i gradi di giudizio successivi.
Le obiezioni di Poste erano relative all’insorgenza della malattia per l’ex dipendente, verificatasi diversi anni dopo la fine del rapporto lavorativo con l’azienda.
Per i giudici conta il cosiddetto nesso di causalità, che risulta evidente, considerata anche l’invalidità del 40% causata dall’intervento di rimozione del tumore. Per questo motivo è stata comminata la condanna a Poste Italiane, costretta adesso a risarcire il danno biologico.